Collana riflessi di luna e di stelle
Collana bianca con perline irregolari luster, stelle e cerchi in argento tibetano e pendente a luna in madreperla. Sullo sfondo la splendida Cattedrale vegetale di Giuliano Mauri ad Arte Sella
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Zattera migrante (Gallo Matese - Caserta) - opera di Giuliano Mauri |
Giuliano Mauri
(Lodi Vecchio, 1938 – Lodi, 29 maggio 2009)
Giuliano Mauri deve la sua notorietà ai suoi numerosi poetici interventi ambientali, definiti come architetture naturali. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1976, alla Triennale di Milano nel 1992, alla Biennale di Penne nel 1994.
Operando con rami e tronchi di legno costruisce edifici fantasticamente reali. Il presupposto, legato alla naturale caducità del materiale impiegato, è che la natura riempirà i vuoti lasciati dal disfacimento del legno operando quindi una sorta di dialogo con l'artista.
Tra i suoi lavori sono i Mulini accarezzati da un vento immaginario, la Scala del Paradiso, il Bosco sull’isola alla sorgente del Tormo nel Lodigiano. In Germania, a Görlitz, e in Polonia, a Zgorzelec, ha realizzato gli Osservatori estimativi. Simpatico e da vedere è il Reattore presso il parco comunale di Carvico].
(Lodi Vecchio, 1938 – Lodi, 29 maggio 2009)
Giuliano Mauri deve la sua notorietà ai suoi numerosi poetici interventi ambientali, definiti come architetture naturali. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1976, alla Triennale di Milano nel 1992, alla Biennale di Penne nel 1994.
Operando con rami e tronchi di legno costruisce edifici fantasticamente reali. Il presupposto, legato alla naturale caducità del materiale impiegato, è che la natura riempirà i vuoti lasciati dal disfacimento del legno operando quindi una sorta di dialogo con l'artista.
Tra i suoi lavori sono i Mulini accarezzati da un vento immaginario, la Scala del Paradiso, il Bosco sull’isola alla sorgente del Tormo nel Lodigiano. In Germania, a Görlitz, e in Polonia, a Zgorzelec, ha realizzato gli Osservatori estimativi. Simpatico e da vedere è il Reattore presso il parco comunale di Carvico].
Il suo più noto e suggestivo lavoro è probabilmente la Cattedrale vegetale del 2001 per Arte Sella.
Nel 2001 realizza anche la scenografia della Norma nello sferisterio di Macerata.
Nel 2006 costruisce la Voliera per umani nella valle dei Sospiri del Parco di Monza e nel 2008 inaugura l'Anfiteatro della val di Bisenzio presso il Complesso Artistico Contemporaneo del Comune di Cantagallo. Sempre nel 2008 inaugura un meraviglioso Ponte vegetale presso il Castello di Padernello (Brescia).
Il 6 settembre 2010 viene inaugurata la sua opera postuma, costruita dal figlio Roberto sotto la direzione artistica di Paola Tognon, la Cattedrale Vegetale sita nel comune di Oltre il Colle (BG) ai piedi del Monte Arera nelle Alpi Orobie.[1]
Nel 2001 realizza anche la scenografia della Norma nello sferisterio di Macerata.
Nel 2006 costruisce la Voliera per umani nella valle dei Sospiri del Parco di Monza e nel 2008 inaugura l'Anfiteatro della val di Bisenzio presso il Complesso Artistico Contemporaneo del Comune di Cantagallo. Sempre nel 2008 inaugura un meraviglioso Ponte vegetale presso il Castello di Padernello (Brescia).
Il 6 settembre 2010 viene inaugurata la sua opera postuma, costruita dal figlio Roberto sotto la direzione artistica di Paola Tognon, la Cattedrale Vegetale sita nel comune di Oltre il Colle (BG) ai piedi del Monte Arera nelle Alpi Orobie.[1]
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Untitled, Giuilano Mauri, 1999 Stour Valley Art Project, King's Wood, Kent Photo: Sandra Drew - Public Art Online
Voliera per umani | ||||||||||||||||||
Testo di Carlotta Eco
Luogo: Parco di Monza: nel prato tra la Cascina Cernuschi e la zona dietro alla Valle dei Sospiri
Committenza: Comune di Monza Progettista: Giuliano Mauri Progetto strutture: Giuliano Mauri Impresa di costruzione: Strutture In Legno Di Plebani Vittorio (Adrara San Martino BG) con la partecipazione dei volontari della protezione civile Tempi di realizzazione: metà ottobre - fine novembre Diametro voliera: circa 20 metri Altezza volta: circa 10 metri Quantità di legno: 8.000 bastoni Costo complessivo: circa 50.000 euro (compreso l'apporto degli sponsor) Fotografo: archivio ufficio mostre parco
Nello scorso Novembre, nel Parco di Monza, è stata inaugurata una nuova installazione di Giuliano Mauri, la "Voliera per umani". Si tratta di uno spazio a pianta circolare, una sorta gabbia aperta, interamente realizzata con rami intrecciati e tronchi d'albero.
Un'istallazione che normalmente si definirebbe permanente ma che nell'intento dell'artista, concetto condiviso da molti land artists, è concepita come temporanea, pensata cioè, per esistere in quel luogo sino alla sua naturale estinzione. Per il momento, quindi, la voliera è aperta a tutti gli umani (e non), e a breve accoglierà una serie di conferenze all'aperto.
Le "Architetture naturali" di Giuliano Mauri si basano sul rapporto con la natura nel corso del tempo oltre all'utilizzo di materiali provenienti dal luogo. Sono questi i principi alla base della sua ricerca artistica che si è espressa al meglio attraverso la "Cattedrale Vegetale", un progetto realizzato per la biennale internazionale di arte contemporanea di Borgo Valsugana (Arte Sella 2001). Qui il "carpentiere" come ama definirsi Mauri, esprime in pieno il suo progetto estetico e progettuale: "collaborare" con la natura attraverso la realizzazione di progetti artificiali (sempre realizzati con materiali organici come legno, rami etc.) che avvolgono e proteggono gli alberi per poi scomparire lasciando libero corso alla vita della pianta.
In sintesi la gabbia, l'artificio, scompare, si dissolve, e resta la natura. La poesia sta proprio nell' evidenziare attraverso queste costruzioni di spazi l'aspetto spirituale di un luogo naturale. Anche questo è fare architettura! La voliera è una gabbia "aperta" in questo caso a pianta circolare, una costruzione alta dieci metri con un diametro di venti che ha coinvolto e appassionato tutti coloro hanno avuto la fortuna di collaborare alla sua nascita.
L'architetturaLa struttura si genera da un nucleo centrale di rami piantati in circolo, una sorta di gerla chiamata il "cuore delle cerimonie". I rami sono legati fra loro e si piegano alle estremità verso l'esterno, in forma di fontana, per ricongiungersi con le estremità dei rami piantati lungo un anello esterno. I rami intrecciati fra loro costituiscono una maglia che fa da "parete" perimetrale. Lo sdoppiamento della "parete" perimetrale contiene al suo interno una passerella ascendente a forma di elica.
I materiali naturali del luogo
I materiali da costruzione sono solamente legno e fil di ferro. I rami e i piccoli tronchi utilizzati provengono dal Parco di Monza (che di recente ha compiuto 200 anni), e sono stati raccolti dagli addetti della Forestale che si occupano stagionalmente della pulitura e lo sfoltimento del parco (di solito in periodi al di fuori della stagione riproduttiva e quindi verso Ottobre ed entro la primavera). Le essenze e le fogge adatte sono state individuate in seguito ai sopralluoghi compiuti insieme all'artista, che ha scelto essenze quali il castagno, l'olmo e la robinia per le caratteristiche di resistenza e durevolezza ma anche il faggio, essenza di media durezza, e il nocciolo particolarmente elastico e adatto a essere piegato. Oltre al legno, unico altro materiale utilizzato è il fil di ferro da carpenteria, rigorosamente non zincato, per confondersi, una volta coperto di ruggine, con il colore bruno dei tronchi.
La costruzione della voliera
L'artista si è avvalso della collaborazione di un'impresa di carpentieri del legno specializzati in coperture che già aveva realizzato "Zenobia", una sorta di "nido" fuori scala, costruito davanti alla Triennale di Milano in occasione di una mostra sulle le città invisibili di Calvino. Sotto la costante guida di Mauri, da sempre partecipe in prima persona alla costruzione, l'impresa si è dedicata al nuovo esperimento costruttivo. Un particolare curioso: per rispettare gli stretti tempi di consegna sono stati chiamati una serie di alpini e volontari della protezione civile. Per prima cosa è stata costruita la colonna centrale portante, per la quale i tronchi di robinia sono stati piantati a una profondità di un metro. L'inserimento della passerella a spirale infatti è un'idea sorta dopo, durante i lavori, non solo per risolvere un problema statico ma anche per dare la possibilità agli "umani" di salire sino in cima alla loro voliera, soprattutto in fase di lavorazione. Questo si è poi rivelato un'elemento ludico non previsto né privo di inconvenienti: padri e figli si avventurano in arrampicate domenicali creando non poche difficoltà all'amministrazione del parco che difficilmente può dichiarare la voliera "agibile" (nel senso edilizio del termine).
Problemi di manutenzioneSi sa che il legno si muove, soprattutto se è stato appena tagliato ed è ancora bagnato. Così, la voliera costruita durante il periodo invernale sta subendo dei movimenti e necessiterà di una "registrazione". I fastoni perdendo l'umidità si restringono (il loro diametro può passare da 8 a 6 cm!) e le "smorse", i sistemi di legaggio di fil di ferro necessitano quindi di essere ristretti. Con la bella stagione, inoltre, alcuni dei tronchi scelti, si rivelano essere fragili e quindi debbono essere sostituiti: su un totale di 8.000 bastoni utilizzati si può arrivare a sostituirne sino a un centinaio.
Il "cuore delle cerimonie", la gerba centrale della voliera, è ora pronta per accogliere l'elemento naturale, probabilmente una rosa rampicante che sopravviverà all'architettura.
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