martedì 6 marzo 2012

Collana chiaro di luna + Cattedrale vegetale

collana madreperla luna e stelle bianca

Collana riflessi di luna e di stelle

Collana bianca con perline irregolari luster, stelle e cerchi in argento tibetano e pendente a luna in madreperla. Sullo sfondo la splendida Cattedrale vegetale di Giuliano Mauri ad Arte Sella










La cattedrale vegetaleGiuliano Mauri

La “Cattedrale Vegetale” ideata dall' artista lombardo, Giuliano Mauri, è il progetto principale dell' edizione 2001 di Arte Sella nell’ambito degli “Incontri Internazionali Arte Natura” ed è stata realizzata con l’apporto fondamentale del Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento.
E' ubicata nei pressi di Malga Costa ed ha le dimensioni di una vera cattedrale gotica composta da tre navate formate da ottanta colonne di rami intrecciati, alte dodici metri e di un metro di diametro; all' interno di ognuna e' stato messo a dimora un giovane carpino. Le piante cresceranno di circa 50 centimetri all' anno. Con i tagli e le potature saranno adattate a formare fra qualche anno una vera e propria “Cattedrale Vegetale”. La struttura ha un rettangolo di base di 82 metri per 15, un' altezza di 12 metri e copre un' area di 1.230 metri quadrati.
Nel corso degli anni gli artifici costruiti per accompagnare la crescita delle piante marciranno e lasceranno completamente il posto ai carpini: allora la natura avrà preso il sopravvento. Rimarrà però indelebile la traccia del dialogo con l’uomo che la natura non dimenticherà.

 Giuliano Mauri dichiara: “All'interno di questi artifici che io sto costruendo ci saranno delle piante di carpino. Costruisco artifici per accompagnare le piante nei vent'anni che servono loro per diventare adulte. Dopo questo tempo le strutture sono destinate a marcire, a diventare terra.
Al loro posto, stante una potatura annuale, ci saranno ottanta piante a forma quasi di colonna che ricorderanno comunque il mio lavoro. Quattro filari di alberi per la cattedrale che ho sempre sognato. Tra vent'anni la gente si accorgerà che c'è stata la creazione della natura che ha dialogato con l'uomo. Che è poi quello che l'uomo ha sempre fatto. La dimenticanza è solo la nostra di non sapere, di non riconoscere più”.

 Mauri è il protagonista di numerosi interventi ambientali e museali. Ha partecipato a prestigiose esposizioni tra cui la Biennale di Venezia del 1976, la Triennale di Milano del 1992, la Biennale di Penne del 1994. Tra i suoi lavori degli ultimi vent'anni ci sono i grandi "Mulini" che girano per un vento che solo si immagina, la "Scala del paradiso" lunga centoquaranta metri, il "Bosco sull'isola" alla sorgente del Tormo nel Lodigiano. Oltre ai recentissimi "Osservatori estimativi" a Gorliz, in Germania, e Sgorzelec, in Polonia, realizzati per invitare i popoli di due terre di frontiera a osservarsi lasciando alle spalle il peso di una storia che li ha contrapposti.
Nell’estate 2001, Giuliano Mauri è stato impegnato in due nuovi lavori: oltre alla “Cattedrale Vegetale” per Arte Sella, nello sferisterio di Macerata dove, per Claudio Abbado, ha realizzato la scenografia della “Norma”.
Tetsunori Kawana, 1996

Zattera migrante (Gallo Matese - Caserta) - opera di Giuliano Mauri
Giuliano Mauri 
(Lodi Vecchio, 1938 – Lodi, 29 maggio 2009)
Giuliano Mauri deve la sua notorietà ai suoi numerosi poetici interventi ambientali, definiti come architetture naturali. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1976, alla Triennale di Milano nel 1992, alla Biennale di Penne nel 1994.
Operando con rami e tronchi di legno costruisce edifici fantasticamente reali. Il presupposto, legato alla naturale caducità del materiale impiegato, è che la natura riempirà i vuoti lasciati dal disfacimento del legno operando quindi una sorta di dialogo con l'artista.
Tra i suoi lavori sono i Mulini accarezzati da un vento immaginario, la Scala del Paradiso, il Bosco sull’isola alla sorgente del Tormo nel Lodigiano. In Germania, a Görlitz, e in Polonia, a Zgorzelec, ha realizzato gli Osservatori estimativi. Simpatico e da vedere è il Reattore presso il parco comunale di Carvico].
Il suo più noto e suggestivo lavoro è probabilmente la Cattedrale vegetale del 2001 per Arte Sella.
Nel 2001 realizza anche la scenografia della Norma nello sferisterio di Macerata.
Nel 2006 costruisce la Voliera per umani nella valle dei Sospiri del Parco di Monza e nel 2008 inaugura l'Anfiteatro della val di Bisenzio presso il Complesso Artistico Contemporaneo del Comune di Cantagallo. Sempre nel 2008 inaugura un meraviglioso Ponte vegetale presso il Castello di Padernello (Brescia).
Il 6 settembre 2010 viene inaugurata la sua opera postuma, costruita dal figlio Roberto sotto la direzione artistica di Paola Tognon, la Cattedrale Vegetale sita nel comune di Oltre il Colle (BG) ai piedi del Monte Arera nelle Alpi Orobie.[1]
di Giuliano Mauri
“... La cattedrale Vegetale composta da cinque o sette navate formate da un centinaio di colonne di rami intrecciati, alti sino a quindici metri; all'interno di ognuna di esse viene piantato un faggio. Le piante crescono cinquanta centimetri all'anno, tramite potatura annuale formeranno nel tempo una vera e propria cattedrale. Circa venti anni, la natura prenderà il sopravvento, gli artifici costruiti, per accompagnare la crescita delle piante marciranno lasciando il posto ai faggi, un'architettura interamente ecologica dove ciò che non è più necessario si corrode. Il processo, l'ideazione, la costruzione e l'evoluzione è in perenne movimento ed esprime la volontà archetipa dell'uomo di pregare la natura coltivando il suo sviluppo e la sua forza...”
Giuliano Mauri a Paola Tognon, 2008, dopo la visita sul Monte Arera

Untitled, Giuilano Mauri, 1999 Stour Valley Art Project, King�s Wood, Kent Photo: Sandra Drew
Untitled, Giuilano Mauri, 1999 Stour Valley Art Project, King�s Wood, Kent Photo: Sandra Drew
Untitled, Giuliano Mauri, 1999 Stour Valley Art Project, King�s Wood, Kent Photo: Sandra Drew
Untitled (two from group three), Giuliano Mauri, 1999 Stour Valley Art Project, King�s Wood, Kent Photo: Sandra Drew
Untitled, Giuilano Mauri, 1999 Stour Valley Art Project, King�s Wood, Kent Photo: Sandra Drew
Untitled, Giuilano Mauri, 1999 Stour Valley Art Project, King's Wood, Kent Photo: Sandra Drew - Public Art Online

Voliera per umani
Testo di Carlotta Eco

Luogo: Parco di Monza: nel prato tra la Cascina Cernuschi e la zona dietro alla Valle dei Sospiri
Committenza: Comune di Monza
Progettista: Giuliano Mauri
Progetto strutture: Giuliano Mauri
Impresa di costruzione: Strutture In Legno Di Plebani Vittorio (Adrara San Martino BG) con la partecipazione dei volontari della protezione civile
Tempi di realizzazione: metà ottobre - fine novembre
Diametro voliera: circa 20 metri
Altezza volta: circa 10 metri
Quantità di legno: 8.000 bastoni
Costo complessivo: circa 50.000 euro (compreso l'apporto degli sponsor)
Fotografo: archivio ufficio mostre parco
Nello scorso Novembre, nel Parco di Monza, è stata inaugurata una nuova installazione di Giuliano Mauri, la "Voliera per umani". Si tratta di uno spazio a pianta circolare, una sorta gabbia aperta, interamente realizzata con rami intrecciati e tronchi d'albero.
Un'istallazione che normalmente si definirebbe permanente ma che nell'intento dell'artista, concetto condiviso da molti land artists, è concepita come temporanea, pensata cioè, per esistere in quel luogo sino alla sua naturale estinzione.
Per il momento, quindi, la voliera è aperta a tutti gli umani (e non), e a breve accoglierà una serie di conferenze all'aperto.
Le "Architetture naturali" di Giuliano Mauri si basano sul rapporto con la natura nel corso del tempo oltre all'utilizzo di materiali provenienti dal luogo. Sono questi i principi alla base della sua ricerca artistica che si è espressa al meglio attraverso la "Cattedrale Vegetale", un progetto realizzato per la biennale internazionale di arte contemporanea di Borgo Valsugana (Arte Sella 2001). Qui il "carpentiere" come ama definirsi Mauri, esprime in pieno il suo progetto estetico e progettuale: "collaborare" con la natura attraverso la realizzazione di progetti artificiali (sempre realizzati con materiali organici come legno, rami etc.) che avvolgono e proteggono gli alberi per poi scomparire lasciando libero corso alla vita della pianta.
In sintesi la gabbia, l'artificio, scompare, si dissolve, e resta la natura.
La poesia sta proprio nell' evidenziare attraverso queste costruzioni di spazi l'aspetto spirituale di un luogo naturale. Anche questo è fare architettura!
La voliera è una gabbia "aperta" in questo caso a pianta circolare, una costruzione alta dieci metri con un diametro di venti che ha coinvolto e appassionato tutti coloro hanno avuto la fortuna di collaborare alla sua nascita.
L'architetturaLa struttura si genera da un nucleo centrale di rami piantati in circolo, una sorta di gerla chiamata il "cuore delle cerimonie". I rami sono legati fra loro e si piegano alle estremità verso l'esterno, in forma di fontana, per ricongiungersi con le estremità dei rami piantati lungo un anello esterno. I rami intrecciati fra loro costituiscono una maglia che fa da "parete" perimetrale. Lo sdoppiamento della "parete"  perimetrale contiene al suo interno una passerella ascendente a forma di elica.
I materiali naturali del luogo
I materiali da costruzione sono solamente legno e fil di ferro. I rami e i piccoli tronchi utilizzati  provengono dal Parco di Monza (che di recente ha compiuto 200 anni), e sono stati raccolti dagli addetti della Forestale che si occupano stagionalmente della pulitura e lo sfoltimento del parco (di solito in periodi al di fuori della stagione riproduttiva e quindi verso Ottobre ed entro la primavera).
Le essenze e le fogge adatte sono state individuate in seguito ai sopralluoghi compiuti insieme all'artista, che ha scelto essenze quali il castagno, l'olmo e la robinia per le caratteristiche di resistenza e durevolezza ma anche il faggio, essenza di media durezza, e il nocciolo particolarmente elastico e adatto a essere piegato.
Oltre al legno, unico altro materiale utilizzato è il fil di ferro da carpenteria, rigorosamente non zincato, per confondersi, una volta coperto di ruggine, con il colore bruno dei tronchi.
La costruzione della voliera
L'artista si è avvalso della collaborazione di un'impresa di carpentieri del legno specializzati in coperture che già aveva realizzato "Zenobia", una sorta di "nido" fuori scala, costruito davanti alla Triennale di Milano in occasione di una mostra sulle le città invisibili di Calvino.
Sotto la costante guida di Mauri, da sempre partecipe in prima persona alla costruzione, l'impresa si è dedicata al nuovo esperimento costruttivo. Un particolare curioso: per rispettare gli stretti tempi di consegna sono stati chiamati una serie di alpini e volontari della protezione civile.
Per prima cosa è stata costruita la colonna centrale portante, per la quale i tronchi di robinia sono stati piantati a una profondità di un metro.
L'inserimento della passerella a spirale infatti è un'idea sorta dopo, durante i lavori, non solo per risolvere un problema statico ma anche per dare la possibilità agli "umani" di salire sino in cima alla loro voliera, soprattutto in fase di lavorazione. Questo si è poi  rivelato un'elemento ludico non previsto né privo di inconvenienti: padri e figli si avventurano in arrampicate domenicali creando non poche difficoltà all'amministrazione del parco che difficilmente può dichiarare la voliera "agibile" (nel senso edilizio del termine).
Problemi di manutenzioneSi sa che il legno si muove, soprattutto se è stato appena tagliato ed è ancora bagnato. Così, la voliera costruita durante il periodo invernale sta subendo dei movimenti e necessiterà di una "registrazione". I fastoni perdendo l'umidità si restringono (il loro diametro può passare da 8 a 6 cm!) e le "smorse", i sistemi di legaggio di fil di ferro necessitano quindi di essere ristretti. Con la bella stagione, inoltre, alcuni dei tronchi scelti, si rivelano essere fragili e quindi debbono essere sostituiti: su un totale di 8.000 bastoni utilizzati si può arrivare a sostituirne sino a un centinaio.
Il "cuore delle cerimonie", la gerba centrale della voliera, è ora pronta per accogliere l'elemento naturale, probabilmente una rosa rampicante che sopravviverà all'architettura.


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Giuliano Mauri, Installazione, Palazzina Liberty, Milano, 1976. Foto di Enrico Cattaneo.
Giuliano Mauri, Installazione, Palazzina Liberty, Milano, 1976. Foto di Enrico Cattaneo. Domus

 

GIULIANO MAURI

(Lodi Vecchio, 1938)
"Dolmen"
Un colloquio con la natura, un dialogo non invasivo, è quello che Giuliano Mauri ha instaurato con la sua opera ‘Dolmen', in cui il legno, intrecciandosi, crea un' architettura dove la mano umana interviene solo parzialmente: l'atto creativo dell'artista risiede nel dar vita ad una struttura che verrà modificata dagli agenti naturali e che perderà l'impronta progettuale umana per lasciare il posto alla casualità della natura, alle forze, anche distruttive, che essa porta con sé.







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